È l’ora delle donne (e tu sei pronta?), Luisa Rumor

Orientarsi nel tempo presente non è una sfida semplice. Sono molte le incognite che oggi attanagliano le nostre vite, dalle incertezze dovute ai mesi di contingenza, all’instabilità del mondo del lavoro, fino alle fragilità delle distanze relazionali. Un momento storico frastagliato e tortuoso, in cui ristabilire equilibri interni al proprio io aiuta ad attutire la sensazione di vivere in continua emergenza. 

Sono soprattutto le donne a interrogarsi costantemente, cercando di orientarsi maggiormente tra le complessità della vita, “L’esigenza è reale. Siamo nel pieno della confusione e ognuna di noi ha bisogno di chiarezza” dichiara Luisa Rumor, autrice di “L’ora delle donne (e tu sei pronta?)”, il primo manuale di consapevolezza femminile. Un manuale per definire la propria identità e custodirla con cura durante il cammino della vita, anche quando appare tortuoso. Un percorso di autoconsapevolezza che parte dall’identificazione del ruolo della donna all’interno della società odierna, stimolando riflessioni ed evidenziando fratture.

Secondo Luisa, conoscere le specificità di genere è il primo passo per potenziare il proprio patrimonio personale: “Tipica delle donne è la capacità di mettersi in gioco, il coraggio di cambiare, sperimentare nuovi modi di essere”. Il secondo passo è scoprire la propria unicità, passando attraverso la scoperta dei propri talenti, il terzo punto. Ultimo passaggio che chiude, solo apparentemente, il percorso è l’approdo alla realtà per affrontarla con una rinata consapevolezza e una nuova chiave di lettura. 

Un manuale da donare come segno di libertà, per abbattere le gabbie dorate che ci auto-costruiamo nella fragilità della quotidianità. Un libro da leggere e rileggere durante le diverse stagioni della vita.

 

Copertina

 

 

Perché le donne oggi faticano ancora a spiccare il volo? Quali gli ostacoli e le interferenze del contesto odierno?

Sono tempi difficili per tutti e ancora di più per le giovani donne che si trovano a fare i conti con se stesse in un mondo del lavoro pensato, per la maggior parte delle volte, dagli uomini per gli uomini, in un contesto culturale pieno di aspettative nei loro confronti e in una situazione economico-sociale in grande evoluzione. A complicare il tutto è arrivata poi la  pandemia che ha reso evidente la fragilità e i limiti del sistema e delle persone.

La paura di ammalarsi e di contagiare i propri cari, la paura di non farcela, la paura che viene dal non avere certezze, la paura di non essere all’altezza della situazione sono le paure che bloccano i pensieri e le azioni e che influiscono nel modo di prendere decisioni.

In una situazione così difficile, nonostante la confusione e la ricerca di risposte alle domande determinanti sulla vita, esistono però dei punti fermi. Il primo fra tutti  è “SAPERE È POTERE”. Quindi, ragazze, tiriamo un bel sospiro di sollievo. Il sapere che la paura rende fragile e prendere decisioni sbagliate è una prima presa di coscienza che va governata, anzi ci può aiutare a diventare cauti e a valutare meglio le situazioni. Inoltre,  anche avere consapevolezza dello scenario nel quale ci muoviamo, e di come oggi sia diventato urgente affrontare la vita e la professione in modo nuovo, è un punto saldo che ci aiuta a governare il caos. 

Sono grandissime sfide che d’altra parte ci tocca affrontare se non vogliamo rinunciare a noi stesse. Sapersi adattare alla nuova situazione traendo il meglio da quello che succede è ciò che è importante imparare a fare. Ma da dove iniziare?

Come per tutte le grandi questioni, è importante partire dall’inizio, dalle proprie radici,  in un viaggio alla scoperta di se stesse, con il grande obiettivo di fiorire di nuovo.

Il secondo punto fermo è: DOPO L’INVERNO C’E’ SEMPRE LA PRIMAVERA.

 

Quali sono i tre talenti dell’identità femminile che risiedono in ogni donna come perle preziose? 

Empatia, creatività e capacità di relazione. Nel viaggio che ho fatto alla scoperta di me e di cosa ha fatto la differenza nella mia vita anche professionale, ho individuato tre “tesori” che ho chiamato “talenti di genere”, perché fanno parte del patrimonio di tutte noi, anche se a volte può succedere che non tutte le donne ne siano consapevoli.

Il manuale che ho scritto è pieno di esercizi per prenderne consapevolezza e per allenarli e farne una forza, tenuto conto che sono i talenti necessari per muoversi in un mondo non più predittivo e che richiede nuove modalità di approccio nel fare le cose.

Il primo, l’empatia, è il talento per eccellenza femminile. E’ l’intuizione del pensare senza pensare. Individuarlo ed esercitarlo fa star bene perché avere buone relazioni con gli altri ci fa sentire in armonia e ci dà serenità; oltre al fatto che l’empatia aiuta a comprendere la parte più interessante della realtà, quella che non appare.  

Il secondo – la creatività – è la capacità di pensare, di uscire dai percorsi tracciati dell’esperienza per mettere insieme concetti lontani. E’ il talento per eccellenza necessario per muoversi nell’oggi, immaginando nuovi modi di essere e di fare le cose.

Il terzo è la capacità di relazione, il talento femminile che si nutre di empatia e creatività. Una competenza che può fare la differenza quando lo si utilizza per esempio per fare rete.

 

In un percorso di crescita personale, quanto è importante avere consapevolezza di dove e come si parte?

Fare il punto di dove si parte e fare il punto di dove si arriva è il metodo che permette di misurare le nuove consapevolezze. Avere la possibilità di ripercorrere il cammino fatto, le difficoltà e gli ostacoli superati è il processo che porta ad acquisire fiducia in se stesse.

Se torniamo all’immagine dell’albero, ogni nuova consapevolezza radica la persona sempre di più nel terreno – la realtà – rendendola più forte e anche più bella. Il viso si distende perché si scioglieranno le costrizione che sente addosso e poco per volta si sentirà sempre più libera di essere se stessa per fare la differenza nel lavoro e nella vita.

 

“Essere fragili senza crepe”: cosa significa plasmare il proprio io verso l’antifragilità?

Fragile ma non si rompe è il progetto che ho messo in campo durante il primo lockdown. Ho preso spunto dal libro di Nassim Taleb. “Antifragile. Prosperare nel disordine.” Il sottotitolo mi sembrava un bel traguardo da raggiungere!!!!!! E mi sono appassionata.
“Antifragile” è una parola che non esiste in nessuna lingua del mondo. E’ un concetto. Vuole essere il contrario di fragile, ovvero se ciò che è fragile teme il disordine, lo stress l’imprevisto, ciò che è antifragile cresce nel disordine, nello stress, nell’imprevisto.
Qualsiasi sistema vivente è antifragile, perché si adatta, rafforzandosi, alle nuove situazioni. In altre parole, i piccoli stress, gli imprevisti, le difficoltà aiutano a crescere e a rafforzarsi. Vi ricordate il detto “le difficoltà rafforzano il carattere”?.
Oggi siamo tutti fragili in un sistema fragile come ha messo ben in evidenza la pandemia. Viviamo in un mondo in cui interi settori economici sono cresciuti e prosperati togliendoci ogni piccolo stress: pensiamo agli analgesici che ci tolgono il mal di testa, alle assicurazioni che ci tolgono il rischio, a Deliveroo che ci toglie la fatica di cucinare. Inoltre, il sistema nel quale viviamo che si è complicato a dismisura non è in grado di rispondere alla complessità e al cambiamento di scenario. Tutti i giorni lo possiamo sentire sulla nostra pelle.

E qui sta la sfida: imparare ad adattarsi alla nuova situazione diventando antifragili. Prendere consapevolezza che siamo umani, che abbiamo alle spalle centinaia di anni di storia da cui attingere per capire un po’ più delle cose che succedono, che abbiamo dentro di noi tutte le risorse per adattarci alle situazioni che cambiano e che possiamo imparare a trarre beneficio dalla volatilità delle situazioni. Si tratta di cambiare lo sguardo su noi stesse e il mondo. E’ la nostra grande opportunità per fare un passaggio di livello.

 

Come la ricerca della propria identità personale incide positivamente anche sul benessere altrui?

Nel momento in cui ci sentiamo libere di essere noi stesse e abbiamo il coraggio di perseguire ciò in cui crediamo, diventiamo più disponibili nei confronti degli altri, che siano capi, colleghi, assistenti. Non dobbiamo infatti più difenderci, possiamo esprimere i nostri valori con più sicurezza e prenderci le responsabilità di ciò che facciamo, perché sappiamo che possiamo contare su noi stesse e che possiamo farcela e farcela bene. Sappiamo come essere utili e come far emergere il potenziale dell’altro. Sappiamo fare la differenza.

 

Quale consiglio ti sentiresti di lasciare alle giovani donne che decidono di intraprendere un percorso di introspezione personale e di crescita? 

Prima di tutto, farei loro un applauso! Il migliore investimento che possano fare è  quello su loro stesse. Ripaga sempre. E poi, che bello regalarsi un viaggio alla scoperta di sé per trovare nuove energie per affrontare in modo nuovo la vita e la professione.

La capacità di essere innovativi nasce dal bisogno. Se si lavora duro come sempre succede si arriva dove gli altri non arrivano e si può fare la differenza. 

 

 

Luisa Rumor

 

 

A cura di Eleonora Brignoli
Titolo: È l’ora delle donne (e tu sei pronta?)
Autore: Luisa Rumor
Editore: Mind Edizioni
Anno edizione: 2017

 

 

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