Facciamo un lavoro da maschio?

In un’era digitale, dove tutto va alla velocità della luce, dove innovazione è la parola d’ordine e un’idea viene realizzata quasi prima di essere pensata, esiste un forte divario tra domanda e offerta di competenze digitali. Divario che si tradurrà in 825.000 risorse competenti mancanti nel 2020.

Il tema è così caro a scuole e aziende da avviare numerose iniziative volte ad orientare le scelte delle nuove generazioni verso percorsi di studio scientifici, verso le cosiddette STEM (Science Technologies Engineering e Maths). Un esempio è l’evento “Donne al cuore dell’innovazione digitale” organizzato recentemente da CA Technologies e Fondazione Sodalitas che ha visto la testimonianza di Gloria Gazzano, CIO di Snam (Laurea in Matematica), Paola Colombo, Head of Technology di Mediamond (Laurea in Ingegneria), Lisa Di Sevo, Venture Capitalist in dpixel e membro di Girls in Tech, Daniela Avignolo, HR Director di CA Technologies (Laurea in Scienze dell’Informazione), Dianora Bardi, Vice Presidente del Centro Studi Impara Digitale.

 

L’evidenza è che le donne che lavorano nel settore tecnologico sono ancora poche, molto poche se parliamo di chi ricopre ruoli apicali. In Italia, nel 70% delle aziende la quota di donne che attualmente ricopre ruoli tecnico-scientifici è inferiore al 25%, percentuale che scende al 10% quando vengono considerati i livelli manageriali/dirigenziali.

Con un focus sull’Europa, UK e Francia vantano una % di laureati in materie STEM sopra la media, mentre l’Italia si posiziona nettamente al di sotto. Ma il deficit tra domanda e offerta di competenze digitali interessa tutto il mondo.

Deficit che può essere visto, però, come vantaggio. Se, infatti, chi lavora da ormai tanti anni ha più difficoltà nell’adeguarsi al cambiamento, per i giovani parliamo di una grande opportunità. E ancor di più lo è per le giovani, che devono vedere una finestra e opportunità di crescita in una società in cui ancora pesano gli stereotipi di e in cui è ancora radicato il pensiero che le materie scientifiche non siano adatte al mondo femminile.

So, let’go and let’s be more digital, more tech!

 

 

Carla Vargiu

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