Il Networking come strategia di gestione della propria carriera: il caso Young Women Network

A cura di Rosita D’Elia

Sembra scontato constatare come essere circondati da una salda rete di relazioni produca effetti benefici e positivi per la nostra vita personale.

Ma siamo davvero consapevoli del fatto che la creazione di rapporti solidi e sinergici possa fare la differenza non solo nella vita privata ma anche in un percorso professionale e di come il genere influisca sulla capacità di sviluppare reti sociali?

Sono Rosita, ho 23 anni e l’obiettivo della mia tesi di laurea in Management per l’impresa  è stato proprio quello di indagare il tema delle reti sociali e del networking professionale, con un focus particolare sulle differenze di genere in tali comportamenti. Per sviluppare la mia ricerca attraverso un’analisi empirica e qualitativa, mi sono messa quindi alla ricerca di una realtà associativa e ne ho scelta una che ha fatto del networking al femminile uno dei suoi pilastri fondamentali: Young Women Network.

Ecco che cosa ho scoperto attraverso una serie di interviste svolte online ad alcune membre del Board dell’Associazione!

Innanzitutto, le ragazze intervistate hanno concordato sul fatto che alle donne, ancora oggi, non siano garantite le stesse opportunità a livello professionale  riservate agli uomini, sia in termini di carriera, sia in termini di creazione di connessioni di rete. Coerentemente, la scelta di partecipare all’Associazione è stata considerata “un’azione di genere” vera e propria, risultante da tale consapevolezza. Ciò nonostante, anche le intervistate hanno ritenuto fondata l’opinione secondo cui le donne possiedono ancora un basso livello di fiducia in sé stesse e nelle loro capacità, pregiudicandosi così non solo future prospettive di carriera ma anche e soprattutto la possibilità di creare una rete professionale efficace.

È risultato altresì evidente come i due generi vivano il networking in modo profondamente diverso, spesso alimentando a loro volta i già diffusi stereotipi: il genere maschile richiamando caratteristiche come l’indipendenza, il dominio e l’assertività; quello femminile facendo leva su affettività, gentilezza e considerazione dei sentimenti altrui. Proprio al fine di scardinare questi preconcetti, è emerso come sia necessario e fondamentale coinvolgere nella lotta per l’inclusione e l’eguaglianza di genere anche quello maschile, con l’obiettivo di renderlo consapevole e creare “un’unione di genere”. In questo senso, il programma di mentoring dell’Associazione dal 2020 coinvolge anche mentee uomini, proprio con l’obiettivo di allargare la platea interessata all’empowerment femminile.

Proprio come il mentoring, infatti, anche il networking è focalizzato sullo sviluppo e il mantenimento di relazioni significative per la crescita di una carriera professionale. Non a caso sono proprio questi gli strumenti che l’Associazione utilizza per sostenere le giovani donne nell’affrontare le sfide lavorative e per aiutarle a crescere e aumentare il proprio livello di fiducia in sé stesse.

In generale, dall’analisi è emerso come sia complesso creare delle reti, soprattutto in una fascia di età molto giovane come quella a cui è rivolta l’Associazione, in quanto la percezione del networking e delle connessioni per possibili sviluppi di carriera è piuttosto acerba e a volte anche sottovalutata. Spesso, infatti, i/le giovani hanno timore nello sfruttare possibili relazioni professionali, e questo atteggiamento è ancora più accentuato nelle donne, a causa di una scarsa consapevolezza del proprio valore.

A ciò si aggiunge il fatto che, in Italia, nella cultura lavorativa il networking viene ancora interpretato con un’accezione negativa di “raccomandazione”, oppure come mero scambio di favori, e questo porta molte persone a non sentirsi legittimate ad incrementare la propria rete per finalità professionali o di avanzamento di carriera. Fortunatamente, negli ultimi anni tale percezione distorta e negativa del networking sta lentamente cambiando per via di un mutamento culturale in atto, di cui le donne sono pienamente protagoniste, come testimonia proprio il caso di Young Women Network, un gruppo di donne e disposte ad agire e “mettersi in gioco” nel tentativo di appianare le differenze di genere, sostenendosi l’un l’altra, per far sentire la propria voce in un contesto sociale che ancora le considera “minoranza”.

L’omofilia – ovvero la tendenza degli individui ad intrattenere relazioni con persone che possiedono caratteristiche simili, come in questo caso il genere – caratterizza ed influenza inevitabilmente la creazione di legami: alcune intervistate hanno dichiarato infatti di creare un numero maggiore di legami emozionali e di amicizia con persone ritenute più affini e questo tipicamente finisce per tradursi in legami con altre donne. Pertanto, seppur è vero che le interazioni spesso nascono con più facilità tra persone che condividono simili interessi ed esperienze, al tempo stesso il networking rappresenta un catalizzatore di diversità, che aiuta a convergere in un punto d’incontro, costruendo una visione d’insieme più completa e articolata.

Per questo, nel networking professionale per le donne è necessario essere in grado di “andare oltre i pregiudizi di affinità”, superando i  legami puramente omofili di genere, per riuscire a sfruttare il capitale sociale degli uomini, tipicamente caratterizzato da maggiore potere ed influenza. Come è emerso dalle interviste, per le ragazze il valore della rete risiede soprattutto in termini di ciò che ciascuna può “dare” all’altra parte, mostrando attenzione ed empatia verso la persona coinvolta nella relazione. Un aspetto particolarmente importante è che non bisogna limitarsi a concepire la rete di contatti come una sorta di “salvagente” in momenti di difficoltà e quest’ultima non deve essere sfruttata solamente dal punto di vista lavorativo. Solo in questo modo il networking personale potrà trasformarsi in un networking professionale, creando un legame solido tra quelle che sono prima di tutto persone e poi professioniste.

Allo stesso tempo, “fare network” non significa dover creare legami con tutti e a tutti i costi, in quanto questo si tradurrebbe in una rete sociale effimera e destinata a spegnersi velocemente. È importante  essere sempre sé stessi, genuini e trasparenti, per costruire trust con la nascente e/o consolidata rete, ed evitare che possa sfociare in una relazione puramente utilitarista.

Ciò che ho apprezzato maggiormente della mia ricerca, è stata comunque la possibilità di scoprire delle piccole pillole di saggezza sul networking, che vi condivido:

1. Il networking femminile non riguarda esclusivamente le donne ma il suo valore è ben più ampio, coinvolgendo l’intera società;

2. È importante iniziare a muovere i primi passi verso il networking non appena se ne ha l’occasione, non sottovalutando i contatti che già si possiedono e alimentandoli;

3. Fare networking è importante in tutti i contesti professionali, anche i più tecnici, spesso considerati di esclusivo appannaggio del genere maschile;

4. Coltivare una rete solida ed affidabile richiede attenzione, tempo e cura delle relazioni: dedicarsi al networking solo nel momento del bisogno rende la sua efficacia limitata. Si tratta di alimentarsi l’un l’altro, di scambiarsi idee e visioni e di contribuire alla crescita professionale in maniera reciproca, implementando una vera e propria strategia di carriera.

 

Fonti

Kanter, R. M., 1977. Men and Women of the Corporation. New York: Basic Books.

Kram, K. E., 1985. Mentoring at work. Developmental relationships in organizational life. Glenview, IL: Scott, Foresman.

Ibarra, H., 1992. Homophily and Differential Returns: Sex Differences in Network Structure and Access in an Advertising Firm. Administrative Science Quarterly, 37(3), pp. 422-447.

 

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