I nostri Mentor Valentina Maggiore e Gianluca Melchiorre ci raccontano come gestiscono il tempo del lavoro e il tempo della famiglia

Organizzazione, ascolto, ma anche leggerezza: le parole chiave per un carico di lavoro equo tra le mura di casa

Il tempo è una risorsa che viene condivisa anche tra le mura di casa. A volte ce ne dimentichiamo.
Il lavoro, le incombenze, gli eventuali compiti da correggere, le pulizie, la spesa… Soprattutto per le coppie che lavorano conciliare il tempo del lavoro, il tempo privato e il tempo per la famiglia può essere difficile.

L’ISTAT nell’indagine “I tempi della vita quotidiana”, specificamente dedicata agli stereotipi di genere (ma evidentemente focalizzato solo su coppie eterosessuali), analizza le opinioni di uomini e donne riguardo alla gestione del lavoro domestico nella coppia. Emerge che sulla totalità delle coppie analizzate, il 73,2% delle donne in coppia si rende conto di contribuire molto più del proprio partner, ma solo il 45,3% dichiara di parlarne col partner per una gestione più equilibrata e solo il 24,4% chiede aiuto. Infatti circa il 70,3% degli uomini si dichiara abbastanza soddisfatto della divisione del lavoro domestico nella coppia.

Secondo un’indagine di Ipsos per WeWorld, gli uomini sono convinti di dare un supporto maggiore rispetto a quello percepito dalle partner.

Per quanto riguarda il lavoro di cura dei figli, per chi ne ha, la situazione è leggermente migliore rispetto al lavoro domestico: il 63,4% delle madri in coppia pensa di contribuire in maggior misura rispetto ai padri.Le attività di cura dei figli vedono le madri impegnate 1h43’ contro 1h01’ dei padri. Le madri sarebbero più impegnate nelle cure fisiche: dar da mangiare, vestire, far addormentare i bambini e simili. I padri pare siano invece più impegnati nelle attività ludiche e ricreative.

Con la pandemia, il 60% delle donne italiane ha dovuto gestire da sola famiglia, figli e persone anziane, spesso insieme al lavoro: un carico pesante, come conferma l’indagine di Ipsos “Donna e cura in tempo di Covid-19”. Diverse ricerche in tutto il mondo stanno infatti dimostrando quanto la pandemia stia impattando prevalentemente le donne in termini di discriminazione di vario genere. Purtroppo su tanti fronti stiamo tornando indietro.

La redistribuzione del carico di lavoro domestico e di cura è fondamentale per il benessere psico-fisico e una buona qualità della vita di tutt*, tanto che – se fosse l’attività principale di una persona, andrebbe retribuita.

Le conseguenze di un carico familiare sbilanciato possono essere diverse. Tra queste, lo stress è al primo posto. Essere gli unici responsabili dell’organizzazione e della pianificazione non è facile. Se a questo si aggiunge il mancato riconoscimento del lavoro fatto, possono sorgere tensioni familiari e un senso di solitudine e frustrazione.
Essere al lavoro e pensare alla cena da organizzare non fa bene e non è utile. È bene ricordare che l’idea del multitasking è un mito: gestire più di un’attività alla volta ci rende più lent* in tutte le attività che proviamo a fare.

Il tema della conciliazione tra i diversi tempi di vita ha assunto una crescente centralità nell’agenda europea: promuovere un maggiore equilibrio tra vita professionale e vita familiare è considerato, infatti, una condizione necessaria per incrementare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro, offrire pari opportunità a uomini e donne, generare crescita economica e apportare benefici alla società nel suo insieme

 

Ma come si fa a organizzare al meglio le attività di casa? Abbiamo deciso di chiederlo a due dei nostri preziosi Mentor di Inspiring Mentor di Young Women Network, il programma che ha l’obiettivo di sostenere giovani talenti e colmare il gender gap in ruoli di leadership. Voglio ricordare che fino al 15 febbraio sono aperte le candidature per il programma 2021, sia come Mentor che come Mentee.

 

Grazie Valentia per aver accolto l’invito a raccontarci di te.

Valentina si occupa di marketing da oltre 10 anni in una multinazionale leader nella produzione di che produce pannelli fotovoltaici ad alta efficienza. Oggi è Direttrice marketing globale e sales enablement e siede nel CdA della filiale italiana dell’azienda.

“Il mio ruolo mi ha sempre portato a viaggiare molto, e già prima della pandemia ero abituata a lavorare da casa, la mia azienda infatti mi ha permesso di attuare l’home working al 100% già 5 anni fa”.

Oltre ad essere una professionista sei anche una mamma: come riesci a organizzare e conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari?

”Ho due bambini di 7 anni e 4 anni. Nei primi mesi dopo la nascita del mio primo figlio ho fatto la vita da pendolare e non è stato facile, successivamente con lo smart working ho dovuto riorganizzare gli spazi e i tempi..

Sicuramente la vicinanza dei nonni e l’organizzazione “svizzera” hanno aiutato. In generale, la mattina mi sveglio presto per fare le prime call alle 6.30/7.00, così da avere il momento della colazione libero da passare coi bambini e da poter accompagnarli a scuola – ci tengo ad essere presente in quel momento. Poi inizio la mia giornata lavorativa. Lavorando da casa, quando loro rientrano, riesco a passare i momenti di break con loro. Mio marito e i nonni li riprendono a scuola o dalle diverse attività, e la sera passiamo del tempo tutti insieme prima di metterli a letto”.

Come avete “imparato” ad organizzarvi tra le mura di casa?

“Non abbiamo compiti divisi in maniera precisa: cerchiamo di fare squadra a seconda della giornata. Sicuramente se non avessi avuto un marito che mi supporta con una totale naturalezza, non potrei conciliare così bene il lavoro e la famiglia.

Certo, ci sono dei momenti in cui è giusto organizzarsi al meglio, per esempio quando dobbiamo pianificare le nostre trasferte per lavoro: in questo caso, agende alla mano,ci organizziamo, per non stare mai fuori casa negli stessi giorni.

All’inizio ero molto schematica ed esigente, poi ho imparato  che non si può organizzare né controllare tutto, perché non appena si cerca di farlo, succede qualcosa per cui è necessario riadattare tutto.

Sicuramente è importante avere accanto qualcuno che ti supporta, perché senza si rischia di vivere con il senso di colpa: da una parte non riesci a dare il massimo al lavoro e dall’altra non riesci a dare il massimo a casa”.

C’è una “formula magica” per l’equilibrio in famiglia?

“Una formula magica non esiste. L’unica cosa che si può fare è non pretendere di avere il controllo completo di ogni cosa, accettare i propri limiti e gestirli facendosi aiutare.

Non c’è mai il momento giusto per diventare genitore, è una scelta molto personale. Certo, sarebbe  importante riuscire ad avere prima una posizione economica stabile. Per il resto, è meglio prenderla con un po’ di “leggerezza”.

 

L’organizzazione è la chiave, l’imprevedibile è sempre dietro angolo. Trucco fondamentale: avere sempre il Piano B e il Piano C.

Con la nascita del primo figlio, consiglierei alle mamme di non lasciare la posizione lavorativa, perché a lungo andare diventa difficile ricollocarsi: anche se i primi anni è pesante, cercate di tenere duro, organizzarsi e guardate le cose in prospettiva”.

 

Che consigli daresti a chi ha paura di  condizionare la propria carriera diventando genitore?

“Bella domanda, io ho la fortuna di lavorare in una realtà molto aperta.
I bambini ti aiutano a dare le giuste priorità, anche sul lavoro.
Consiglio anche di non farsi condizionare troppo dagli altri:pensa sempre con la tua testa e cerca di trovare la tua stabilità e serenità. A volte il condizionamento viene molto più da noi stesse, dalla nostra idea di quello che gli altri possano pensare, che da fuori. È importante capire quello che davvero siamo, cosa vogliamo e perseguirlo, avendo il coraggio di osare, di chiedere, e non tirarsi indietro”.

Grazie Gianluca per aver accolto l’invito a raccontarti.

Gianluca è Responsabile vendite presso una multinazionale che opera nel settore internet-pubblicità.

 

Come riesci a organizzare e conciliare i tempi lavorativi con quelli familiari?

“Dopo anni di “work” fatto di ufficio e viaggi dentro e fuori i confini nazionali e di “home” prevalentemente la sera e nei fine settimana, mi sono trovato di punto in bianco in working from home senza più una chiara divisione fra casa e lavoro e un equilibrio da reinventare da zero. Se ho passato gli ultimi anni a cercare di difendere al meglio i tempi “home” dal lavoro, dal lockdown in poi i tempi lavorativi e quelli familiari hanno avuto una commistione senza precedenti.

Inoltre la nostra rete di supporto pre-pandemia era data dal contributo saltuario dei nonni. La pandemia ha sicuramente interrotto questo tipo di supporto, spostando il carico sui genitori  e ovviamente anche questo ha impattato in modo drastico l’organizzazione casa-lavoro”.

Come avete “imparato” ad organizzarvi tra le mura di casa?

“È stato un classico learning by doing, perchè non eravamo ovviamente preparati. C’è stato da conciliare due tele-lavori fra le mura domestiche, pranzi e cene, una bambina che nella prima fase è stata a casa per mesi dalla scuola materna, il tutto senza avere gli spazi adeguatamente divisi fra lavoro e famiglia. La più impattata è stata mia moglie, perché nonostante la collaborazione e una certa divisione di compiti, il carico emotivo e anche pratico di gestione è ricaduto di più su di lei, lo riconosco”.

C’è una “formula magica” per l’equilibrio in famiglia?

“Magari ci fosse! Ci si ascolta, ci si scontra e ci si incontra, con la consapevolezza che ognuno cerca di fare il proprio meglio. Non crediamo alla divisione 50-50 di ogni compito, non abbiamo un piano scritto, ma proviamo a dividerci (nei limiti del possibile) su cosa ognuno è in grado maggiormente di fare. Bisogna saper ascoltare le esigenze di ognuno, comprese le proprie.  E le esigenze possono cambiare, per questo è necessario ascoltarsi sempre.

Sì, ascolto è la parola chiave”.

Che consigli daresti a chi ha paura di condizionare la propria carriera diventando genitore?

“Diventare genitore cambia la vita, inutile girarci intorno!

Invito a non credere ai supermen e alle superwomen che fanno tutto al top, che non hanno debolezze: bisogna saper aiutarsi in famiglia, arrivare a dei trade-off  soddisfacenti e saper chiedere aiuto, anche al di fuori della propria cerchia ristretta.

Questa pandemia può essere l’occasione non per condizionare le proprie aspirazioni, ma per chiedere e contribuire a una società che metta al centro la donna lavoratrice: sono convinto che più una donna è aiutata dalla società a coniugare aspirazioni lavorative e familiari, più tutta la società ne potrà ricavare benefici.”

Condivido una breve riflessione dopo aver ascoltato due dei nostri Mentor. Quel che emerge è che avere più ruoli può essere complesso, ma non è un limite. Organizzazione e ascolto (ma anche leggerezza) sembrano essere le parole chiave per una buona gestione del carico di lavoro in casa, e sono capacità che possono trasferirsi dalla sfera personale a quella lavorativa e viceversa.

Young Women Network ringrazia Valentina e Gianluca, Mentor del programma Inspiring Mentor. Grazie per il tempo (prezioso tempo) e i consigli!

Scritto da Ilaria Scarpiello

Iscriviti alla nostra Newsletter!
Ho letto e accetto i termini e le condizioni