Sindrome dell’impostore: cos’è e come affrontarla

Vi è mai capitato di raggiungere un obiettivo, anche importante ma di pensare che il successo fosse in parte dovuto al caso?
Questa sensazione prende il nome di sindrome dell’impostore.

Il suo significato è stato descritto nel 1978 da due psicologhe come:

una convinzione diffusa, di solito fra le donne, che il loro successo sia dovuto al caso e alla fortuna più che alle loro capacità e al loro impegno. Per questo si sentono di ingannare gli altri quindi di essere degli “impostori”.

Paradossalmente le persone che dubitano delle proprie capacità sono molto ambiziose e hanno delle competenze elevate.

La paura di fallire può condizionare il loro lavoro perché  affrontano le sfide con molta ansia e non esprimono i loro dubbi per evitare di sembrare poco intelligenti.

Questo atteggiamento accomuna molte persone di successo. Sheryl Sandberg attuale direttrice operativa di Facebook , ad esempio, ha raccontato la sua esperienza all’Università di Harward.nel suo libro Lean In Prima di sostenere un esame pensava di non essere abbastanza preparata e quando i risultati superavano le sue aspettative sentiva di aver imbrogliato tutti.

Esperienze simili sono state raccontate da molte altre donne di successo come la giornalista Tina Fey, la tennista Serena Williams e l’attrice Natalie Portman.

 

La paura di fallire potrebbe farci evitare situazioni molto sfidanti ma che rappresentano delle opportunità di carriera.

Una ricerca della Hewlett-Packard ha rilevato che le donne si candidano per una promozione se pensano di poter affrontare tutte le responsabilità al 100%. Gli uomini si candidano anche quando si sentono preparati al 60%. Questo comportamento può essere dovuto al fatto che uomini e donne interpretano i propri successi e fallimenti in modo diverso. Gli uomini in genere attribuiscono i propri successi a fattori personali come le loro capacità, il talento e l’impegno mentre l’insuccesso alla situazione.  Le donne tendono a fare l’opposto: attribuiscono il proprio successo alla fortuna e il proprio insuccesso a fattori personali.

 

Ci sono però quattro strategie per affrontare la sindrome dell’impostore in modo efficace:

  • Sii consapevole del tuo successo: quando raggiungi un traguardo e istintivamente pensi “sono stata fortunata” o “ero al posto giusto al momento giusto” fermati a guardare al ruolo che hai avuto per il tuo successo. Fai un elenco delle competenze che hai messo in gioco, delle tue qualità, degli sforzi che hai fatto e delle cose per cui sei orgogliosa. Dare valore alle proprie conquiste aiuta anche ad acquisire maggiore autostima!

 

  • Siediti al tavolo: come ci ricorda Sheryl Sandberg, molto spesso nelle riunioni di lavoro le donne si siedono in un angolo e aspettano di essere invitate dai colleghi a prendere la parola. Le persone potrebbero scambiare questo atteggiamento per disinteresse verso l’argomento e non per educazione o umiltà. Invece, dobbiamo essere noi per prime ad essere coscienti che quel posto ce lo meritiamo e che il nostro contributo è importante.

 

  • Potenzia il tuo linguaggio del corpo: anche se non ne siamo consapevoli, i segnali non verbali possono trasmettere agli altri il nostro senso di insicurezza. Ci sono alcune tecniche di body language che possono aiutarci! Assumere una postura eretta con le spalle indietro e la testa alta ci fa sembrare più risolute e aumenta la nostra self-confidence.  Quando siamo sedute, invece, tenere le braccia vicino al tavolo delle riunioni e guardare dritto negli occhi chi sta parlando comunica un senso di ascolto attento.

 

  • Confrontati con gli altri: parlare dei sentimenti di inadeguatezza è difficile ma condividere le proprie insicurezze  può ridurre lo stress. Inoltre ci  aiuta a vedere la situazione sotto un altro punto di vista al quale non avevamo pensato. All’evento #IamRemarkable organizzato da YWN e Google ci siamo confrontate sulle motivazioni che ci rendono remarkable e di come molto spesso tendiamo a sottovalutarle. Ci siamo rese conto che condividere le nostre esperienze ci ha anche aiutato a pensare ai nostri prossimi obiettivi con molta più fiducia e motivazione!

 

 

Scritto da

Francesca Barillà

 

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